LOCKE

               LOCKE E L' INDAGINE CRITICA DELLE FACOLTÁ CONOSCITIVE



-John Locke è il padre dell' empirismo moderno.

-  La sua opera più impegnativa è stata ' Il Saggio sull' intelletto umano ', che si propone un' indagine critica della facoltà conoscitive con l'obbiettivo di stabilirne possibilità e soprattutto limiti.

-Nell' ottica di questo progetto, la ragione viene ricondotta entro i confini dell' esperienza.

-Locke pone la ragione in stretta connessione con l' esperienza, da cui trae il materiale conoscitivo.

-L'analisi della facoltà conoscitive consente di maturare prospettive realistiche rispetto alle competenze che l' uomo potrà conseguire, facendogli da un lato superare l' inerzia e dall'altro acquistare consapevolezza che è in grado di ottenere un livello di conoscenza sufficiente a guidare nel modo migliore le sue azioni.

-' Il saggio dell' intelletto umano ' dedica significativamente la prima critica delle idee innate e che consentiva nel ripulire il terreno dai detriti che si incontrano sul cammino della conoscenza.

-Tra questi detriti il filosofo annovera la teoria secondo cui vi sono alcuni principi o idee impressi nella nostra mente, che l' anima  riceve fin dal primo istante della sua esistenza.

-Essa veniva dimostrata dai suoi fautori in base alla constatazione della presenza di un certo numero di verità fondamentali in ogni uomo.

-Locke critica questa tesi sostenendo semplicemente che è falsa: i bambini e gli idioti non hanno la minima nozione di simili principi.

-Poiché ogni cultura ha le proprie credenze e questa disparità di vedute confuta l'innatismo,  mostrando la falsità delle argomentazioni che lo sostegno e che ostacolano il progredire della conoscenza.

-Locke dice che la nostra conoscenza dipende interamente dall'esperienza.

-Infatti la mente di un neonato è come un foglio bianco.

-Tutte le idee provengono dall'esperienza.

-Locke sostiene che dall' esperienza derivano due tipologie differenti di idee:

     1) le idee di sensazione→ provengono dagli oggetti esterni tramite i cinque sensi;

     2) led idee di riflessione→ sono quelle che derivano dall' esperienza interna.

-Sensazione e riflessione sono le uniche fonti della nostra conoscenza.

-Locke distingue le idee in due grandi classi:

     -le idee semplici→ derivano dalle esperienze elementari della sensazione o della riflessione;

-Esse comprendono a loro volta le idee di qualità primarie (oggettive), e le idee di qualità secondarie (soggettive)

-Queste idee costituiscono i mattoni della nostra conoscenza.

-Una volta che la mente ha ricevuto passivamente le idee semplici, può immagazzinarle, riprodurle e combinarle, in una parola elaborarle, formando così quelle che Locke definisce idee complesse.

-L'intelletto non conosce le cose in maniera diretta, ma solo tramite le idee.

-Secondo Locke le idee semplici non possono ingannarci.

-Invece le idee complesse, dato che sono il frutto del potere attivo che la mente esercita sulle idee semplici, perciò potrebbero ingannarci.

-Tale è il caso delle idee fantastiche.

-Il filosofo propone varie tipologie di idee:

     -le idee di modi;

     -le idee di sostanze;

     -le idee di relazioni.


LE IDEE DI MODI

-Le idee di modi sono quelle idee che non possiedono un'esistenza autonoma ma devono essere riferite a una sostanza quali sue manifestazioni.

-Le idee di modi non si reggono da sole.


LE IDEE DI SOSTANZA

-Le idee di sostanza sono quelle idee complesse che si riferiscono a entità particolari considerate distinte e sussistenti per se stesso.

-Secondo Locke queste idee traggono in inganno.


LE IDEE DI RELAZIONI

-Le idee di relazioni nascono dal confronto di un' idea con un' altra.

-Un importante idea di relazione è quella d' identità.



-La critica dell' idea di sostanza ha rivelato i limiti dell' intelletto umano, ovvero che non può conoscere che cosa ci sia al  di la del fascio di percezioni che riceve dal mondo esterno o dal proprio mondo interiore.

-Le uniche certezze non sensibili di cui disponiamo sono quella del nostro io e di Dio.

-La certezza del nostro io è per via intuitiva, invece l'esistenza di Dio è per via dimostrativa.

-Per quanto riguarda la realtà esterna, Locke afferma che abbiamo di essa una conoscenza affidabile e sufficiente per orientarci nel mondo, ma non assoluta.

-Secondo Locke le parole stanno al posto delle idee, cioè sono associate per convenzione alle idee allo scopo di rappresentarle e venderle manifeste agli altri, convenzionalismo linguistico.

-Quando dobbiamo esprimere idee complesse spesso ci mancano i termini adatti o possiamo sbagliare nella scelta lessicale, inducendo gli altri in errore.

-Così facendo tradiamo i fini del linguaggio e della comunicazione, che secondo Locke sono sostanzialmente tre:

  -rendere noti gli altri i propri pensieri o idee;

  -farlo nel modo più facile e rapido possibile;

  - comunicare in tal modo la conoscenza delle cose.


-Ne consegue che il linguaggio è mal utilizzato quando fallisce rispetto a uno di questi tre obiettivi.

-In primo luogo ciò avviene quando le persone non possiedono nella mente alcuna idea di cui le parole utilizzate possono essere il segno.

-In secondo luogo, quando applicano i nomi di una data lingua con un significato "privato", che intendono solo loro.

-In terzo luogo, quando li applicano in modo equivoco, riferendoli ora un'idea, ora un' altra.

-La conclusione di Locke è che se riusciremo a fare chiarezza nel nostro linguaggio saremo anche più precisi nei nostri ragionamenti. 


LOCKE E LA CONCEZIONE DELLO STATO


-Locke è considerato il principale teorico del pensiero liberale e democratico moderno.

-Locke inizia le sue riflessioni sulla natura dello stato partendo dalla definizione dello stato di natura, quella ipotetica condizione originaria in cui si trovano gli uomini quando non sono ancora associati tra loro.

-Locke ha una visione positiva della natura umana e pertanto crede che i soggetti dello stato di natura siamo individui illuminati della ragione.

-Gli individui possiedono una legge morale di carattere razionale, che deriva da Dio, e prescrive il rispetto di tre diritti naturali e inalienabili:

    -Alla vita;

    -Alla libertà;

    -Alla proprietà.


-Lo stato di natura è dunque una dimensione in cui vige una norma razionale che assicura il criterio generale per una vita pacifica e armoniosa e che stabilisce fin dove può estendersi la libertà di ciascuno, in modo tale che non vieta la libertà degli altri.

-Anche se la condizione dello stato di natura presenta per il filosofo inconvenienti che è indispensabile riconoscere e superare.

-Non per questo secondo lui gli uomini devono stipulare tra loro un contratto di natura sociale.

-Esso comporta due accordi:

   -Un patto con cui le persone si riuniscono in una società civile → Pactum unionis;   

   - Un patto con cui decidono di sottomettersi a un'autorità→ Pactum subiectionis.

-Il governo secondo Locke non può essere assoluto e arbitrario.

-Secondo Locke un diritto dell' uomo è la proprietà privata poiché non è un privilegio acquistato ma il frutto dell'azione umana.

-Però mette dei limiti a essa, così che nessuno privi il bene all'altro.

-I principi che ispirano Locke sono:

   1)Il potere politico si fonda sul consenso dei cittadini;

   2) Lo stato non può governare in modo arbitrario;

   3)Il potere legislativo deve essere separato da quello esecutivo.

-Un altro capo saldo della concezione di Locke è la tolleranza religiosa.

-Poiché rispondo ai bisogni spirituali degli uomini di fede.

-Però la chiesa viene definita come una società libera e volontaria, ed il suo fine è di aiutare che ne fatto parte, a raggiungere la salvezza. 

-Le uniche armi di cui dispone sono quelle spirituali.

-Al re invece deve garantire la libertà di culto e non può imporre ai sudditi il suo credo.

-Entrambi non devono andare contro all' altra sfera.

-Inoltre per Locke ragione e fede concorrono a rendere migliore  la  vita degli uomini e il cristianesimo è intrinsecamente ragionevole e accettabile.


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